L’invenzione della fotografia, nel 1839, rivoluziona l’arte di creare immagini e si diffonde immediatamente soprattutto tra gli artisti che ne avvertono le potenzialità espressive ed economiche.
I fotografi viaggiano per l’Europa, il Medio Oriente e il Nord Africa realizzando reportage fotografici sulle tracce degli itinerari segnati dai classici della letteratura, dall’iconografia di viaggio e dalle prime guide “turistiche”. Essi realizzano reportage che confluiscono in cataloghi tematici di vedute di carattere artistico e paesaggistico destinate alla vendita. Il formato più diffuso per tali foto è la stereografia, che attraverso uno strumento, lo stereoscopio, dà un’illusione tridimensionale e che conosce un ampio successo di vendite in Europa.
Girgenti, già tappa obbligata del Grand Tour settecentesco in Sicilia, nella seconda metà dell’Ottocento, favorita anche dall’eco delle gesta garibaldine e dal nuovo assetto nazionale, resta una meta di grande attrattiva per i primi fotografi che la visitano: George W. Bridges, Eugène Piot, Eugène Sevaistre, Paul Berthier, Jean Andrieu, Giorgio Sommer e Robert Rive. Le loro immagini, insieme a quelle del girgentino Giuseppe Gallego, sono un materiale di eccezionale valore storico e documentario per una maggiore conoscenza del territorio di Girgenti e dei costumi dell’epoca
Immancabili soggetti delle fotografie sono i monumenti classici della Valle dei Templi e il paesaggio che li circonda, ma destano particolare attenzione le immagini della città moderna perché da una parte la ritraggono ancora confinata entro le cinta delle sue fortificazioni chiaromontane, dall’altra documentano la neonata fase espansiva fuori da esse. Infatti, dopo i moti del 1848 il governo borbonico avvia una serie di opere pubbliche che interessano in particolare l’area a sud-est della città destinata ad area ludico-sociale per lo svago dei cittadini. Dopo il 1860 tale attivismo subisce un ulteriore impulso determinato dalle implicazioni e dalle ripercussioni storico-politico ed economico–sociali poste dall’Unità d’Italia. Esso provocherà delle profonde e radicali trasformazioni nel riassetto urbanistico ed architettonico della città, per cui il lavoro dei fotografi-viaggiatori di quella fase storica, oggi, costituisce una testimonianza unica e notevole.